IL GIARDINO DEI GHIACCIAI DI CAVAGLIA - LE MARMITTE DEI GIGANTI
La presenza di magnifiche marmitte dei giganti in località Cavaglia era nota da parecchi anni, ma queste meravigliose sculture naturali erano per lo più riempite dai materiali depositatisi nel corso dei millenni e visibili solo con difficoltà. Spesso la loro presenza era intuibile solo perché, trattenendo maggiormente l'umidità delle precipitazioni, il terreno che riempiva la cavità era più umido di quello circostante. Resosi conto dell'importanza della zona, un gruppo di appassionati locali ha costituito l'associazione "Giardino dei ghiacciai Cavaglia" (GGC) allo scopo di valorizzare turisticamente il fenomeno naturale. Con azione volontaria e contando su piccoli finanziamenti l'associazione ha nel tempo "svuotato" dai detriti otto grandi marmitte creando nel contempo un vero piccolo giardino con un percorso guidato e disponendo le adeguate protezioni. Oggi i lavori proseguono alacremente, tuttavia quello che già si può ammirare giustifica ampiamente una visita poiché quelle di Cavaglia sono probabilmente fra le più belle marmitte dei giganti delle Alpi. Il progetto di valorizzazione è dunque ancora in corso ma visitando il sito si capisce con quanta competenza e con quanto amore sia portato avanti. Si sta pensando fra l'altro di consentire la visita alla vicina forra del torrente Cavagliasch e, con estrema sensibilità naturalistica, molte delle altre marmitte ancora da scoprire saranno segnalate, ma lasciate ingombre dei detriti che le hanno riempite allo stato naturale. La gita prende le mosse dalla vasta piana dove sorgono i due piccoli nuclei di Cavaglia e di Cavagliola; il primo era abitato stabilmente abitato ancora negli anni '60 e dotato di scuola e chiesa, il secondo è più che altro un gruppo di edifici ad uso prevalentemente agricolo. La presenza di una strada carrozzabile che sale da Poschiavo e quella della linea della Ferrovia Retica, che qui ha una delle sue stazioni, permette che a Cavaglia ci sia ancor oggi una certa "vita".
IL GIARDINO DEI GHIACCIAI
L'ampia conca di Cavaglia si trova a 1700 metri di altezza e forma una sorta di gradino ad interrompere la piccola Val Pila piccola affluente occidentale della Val Poschiavo. Poco sopra Cavaglia si trova un'altra grande piana, quella di Grüm dominata a sua volta dal grande anfiteatro glaciale compreso fra Il Piz Varuna, il Piz PaIù ed il Piz Cambrena. Una importante barriera rocciosa formata da due emergenze oggi quasi del tutto rimboschite, sbarra a valle la piana di Cavaglia si tratta dei Motti di Cavagliola e proprio sul dosso che s'affaccia sulla forra del torrente Cavagliasch si trova il Giardino dei ghiacciai. Durante l'Era Glaciale il grande ghiacciaio oggi noto come Vadret da PaIù occupava tutta la valle. Nel corso di millenni, fra avanzate e ritiri la sua potente azione erosiva ha modellato i profili rendendoci l'odierna morfologia. Le rocce più dure che limitano la piana di Cavaglia ed in misura minore quella di Grüm, impedirono alla forza del ghiacciaio di scavare un solco uniforme. Alle loro spalle trovando terreni più malleabili il ghiaccio sovra escavò ampie conche che successivamente si sono riempite di detriti per dar luogo ai pianori descritti. La coriacea barriera dei Motti di Cavaglia costituiva un drastico cambio di pendenza nel letto del ghiacciaio preistorico che in questo punto aveva uno spessore stimato in circa 500-700 metri. Si creava qui un'imponente "cascata" di seracchi, con crepacci che raggiungevano persino il letto roccioso e dentro i quali precipitava l'acqua superficiale di fusione, che si aggiungeva a quella di fondo. Cadendo dall'alto l'acqua trasportava detriti di ogni dimensione e raggiungeva le rocce con una velocità di circa 100 km all'ora originando movimenti vorticosi. In alcuni punti questo fenomeno si concentrò per secoli, millenni: assieme all'acqua che già trasportava in sospensione una erosiva sospensione di finissima polvere rocciosa, vorticavano pietre di maggiore dimensione. Lentamente questo incessante e potentissimo lavoro di mola ebbe ragione della sottostante superficie rocciosa e una volta creata una prima, seppure impercettibile concavità il fenomeno non poteva far altro che approfondirsi ed accentuarsi.
Per raggiungere Cavaglia ci sono due comode alternative. La più consigliabile è quella di avvalersi del trenino della Ferrovia Retica. Salendo da Poschiavo, con la Ferrovia retica, il Trenino rosso del Bernina, si raggiunge in mezz'ora la stazione di Cavaglia, 1'683 m. Scesi alla stazione di Cavaglia conviene dirigere direttamente verso il Giardino dei ghiacciai la cui ubicazione e perfettamente descritta da grandi pannelli esplicativi. Dalla stazione seguiamo quindi la stradina che verso sinistra si porta al margine meridionale della piana. Dopo circa trecento metri (circa 10 minuti), ad un bivio prendiamo a destra scavalcando il Cavagliasch su un ponte e fatti pochi metri ancora ecco sulla sinistra il cartello che indica la partenza della gita. Una facile e breve salita fra roccioni sporgenti e magnifici larici che c'inondano dei loro profumi ci porta in breve alla soglia del Giardino. Con molto buon gusto e senso artistico, l'ingresso alla parte più interessante del percorso è fiancheggiato da cordoli di ciottoli tondeggianti di ogni dimensione e nel bosco spiccano strane "sculture" piramidali, ottenute con pile degli stessi ciottoli. Al momento, senza pensarci, potremmo pensare che siano solo degli abbellimenti voluti da un architetto, poi si capisce che i sassi arrotondati altro non sono che i responsabili dello scavo delle marmitte, recuperati sul loro fondo. Il percorso è indicato con semplici freccette rosse e ci guida verso sinistra presso alcune magnifiche escavazioni il cui orlo è protetto da moderne transenne d'acciaio che non stonano affatto. Con calma si possono ammirare le grandi cavità, alcune delle quali profonde parecchi metri e larghe altrettanto, perfettamente lisce, perfettamente circolari. Con saggezza sono stati lasciati alcuni ciottoli sul fondo per far capire come sia avvenuto lo scavo. Piegando poi a destra si sale su una dorsale di rocce montonate che affiorano fra i mughi; col calore del sole queste piante resinose ci rimandano altri aromatici profumi, diversi da quelli del larice. Zigzagando fra i mughi e le rocce affioranti si giunge infine sull'orlo del promontorio roccioso, affacciato sulla Valle di Poschiavo e punto panoramico eccellente. Nei pressi, alcune pietre squadrate fungono da panche per chi voglia ammirare il paesaggio con calma, meditare o anche solo riposare. Il rientro, assai breve ci riporta presto sulla soglia del Giardino da dove inizia la discesa verso la piana di Cavaglia. Presso il rifugio Casa Cavaglia si potrà poi avere una pausa di ristoro per dissetarsi e godere di uno spuntino o di un pranzo completo. Il ritorno può essere effettuato con il solito trenino che ad intervalli regolari si ferma nella vicina stazione. In alternativa si può percorrere il "sentiero didattico" che da Cavaglia raggiunge Poschiavo passando dapprima sulla forra del Cavagliasch e poi fra i boschi e gli alpeggi sottostanti.
Ciao da Roberto e ...............se vuoi vedere altre mie
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